Il 12 giugno 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un nuovo report che getta luce su un problema crescente e preoccupante: il ruolo delle grandi multinazionali nel settore alimentare e delle bevande nell’alimentare malattie croniche, nel bloccare politiche sanitarie efficaci e nel prendere di mira le persone più vulnerabili della società.
Il report evidenzia come le principali aziende del settore alimentare, spesso denominate “Big Food”, ricorrano a strategie sofisticate per promuovere prodotti che contribuiscono all’insorgere di malattie croniche non trasmissibili, come obesità, diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Nonostante queste patologie siano la causa principale di mortalità a livello globale, le multinazionali continuano a spingere prodotti ricchi di zuccheri, grassi saturi e sale, ignorando l’impatto sulla salute pubblica.
Strategie aggressive e resistenza alle politiche sanitarie
Una delle pratiche più diffuse è la commercializzazione aggressiva di alimenti poco sani, con una particolare attenzione ai bambini e alle fasce di popolazione più fragili. Secondo il rapporto dell’OMS, molte di queste campagne pubblicitarie sfruttano messaggi emozionali, immagini accattivanti e mascotte per attirare l’attenzione dei più piccoli, spingendoli a richiedere ai genitori prodotti ad alto contenuto calorico e scarso valore nutrizionale.
Tuttavia, le tattiche delle multinazionali non si limitano al marketing. Le grandi industrie alimentari si oppongono con forza alle politiche pubbliche che potrebbero ridurre il consumo dei loro prodotti, bloccando l’introduzione di regolamentazioni più severe. Tra le misure osteggiate figurano le tasse sulle bevande zuccherate, le restrizioni pubblicitarie rivolte ai bambini e l’obbligo di etichette nutrizionali più trasparenti.
Il report sottolinea che queste aziende fanno spesso pressioni politiche, sia a livello nazionale che internazionale, per impedire l’adozione di leggi che potrebbero ridurre i loro profitti, sfruttando la loro influenza economica per orientare decisioni governative. A ciò si aggiungono donazioni a gruppi di interesse e persino la creazione di rapporti apparentemente scientifici per minimizzare i danni alla salute derivanti dal consumo eccessivo di zuccheri e grassi.
Targeting delle persone vulnerabili
Il documento dell’OMS denuncia anche come le grandi aziende alimentari puntino in modo mirato alle comunità più vulnerabili, spesso quelle con minori risorse economiche e minore accesso a informazioni corrette sulla salute. Le popolazioni a basso reddito sono le più esposte a cibi ultraprocessati, economici ma poco salutari, che contribuiscono ad aggravare le disuguaglianze sanitarie esistenti. Spesso, in queste comunità, è più facile trovare una bibita gassata che frutta fresca, e i prodotti più economici disponibili sono anche i più dannosi per la salute.
Inoltre, le pubblicità mirate sfruttano il desiderio di aspirare a uno stile di vita occidentale, facendo leva su un’idea di benessere e successo legata al consumo di determinati prodotti, che in realtà danneggiano la salute a lungo termine.
Un’azione collettiva necessaria
Il report non si limita a evidenziare il problema, ma propone anche soluzioni concrete per contrastare l’influenza delle multinazionali alimentari sulla salute pubblica. Tra le raccomandazioni dell’OMS vi è la necessità di una maggiore collaborazione tra governi, società civile e organizzazioni internazionali per creare politiche più efficaci. Le regolamentazioni dovrebbero includere tassazioni più severe sui prodotti nocivi, limitazioni alla pubblicità rivolta ai minori, e incentivi per promuovere un’alimentazione sana, soprattutto nelle aree più svantaggiate.
Fondamentale, secondo l’OMS, è la necessità di coinvolgere tutti i settori della società nella promozione di abitudini alimentari sane, sensibilizzando non solo i consumatori, ma anche le istituzioni che hanno il potere di imporre leggi più restrittive. In tal senso, è cruciale rafforzare l’educazione alimentare nelle scuole e promuovere campagne di informazione pubblica che possano contrastare la narrativa distorta veicolata dalle grandi industrie.
La sfida del futuro
Le conclusioni del rapporto sono un forte richiamo alla responsabilità collettiva. Se da un lato le multinazionali alimentari continuano a influenzare negativamente la salute globale, dall’altro è chiaro che un cambio di rotta è possibile. L’azione politica, l’informazione corretta e la collaborazione internazionale possono arginare la diffusione di malattie croniche legate a una cattiva alimentazione e ridurre le disuguaglianze in termini di accesso al cibo sano.
In definitiva, il report dell’OMS ci ricorda che la salute pubblica non può essere sacrificata per il profitto. Solo attraverso interventi concreti e coordinati sarà possibile tutelare le generazioni future e ridurre l’impatto devastante delle malattie croniche, garantendo a tutti l’accesso a un’alimentazione sana e sostenibile.